Il Museo Ostiense
Il Museo Ostiense si trova all’interno degli scavi di Ostia antica, alle spalle della caffetteria. Al momento è temporaneamente chiuso.
Il Museo Ostiense fu creato nel 1865 dall’archeologo Pietro Ercole Visconti per esporre i reperti che si andavano scoprendo negli scavi. A tal fine venne ristrutturato il “Casone del Sale”, un grande magazzino realizzato intorno al 1571; un’iscrizione in onore di Pio IX, posta sull’attuale facciata del Museo, celebra la conclusione dei lavori (1868). Con l’Unità d’Italia si preferì spostare i reperti nel Castello di Giulio II, dove furono allestite cinque sale sul piano degli spalti (1878). Solamente nel 1933 le opere furono spostate nell’attuale sede dal direttore degli scavi Guido Calza, che curò l’allestimento insieme all’architetto Italo Gismondi.
Il Museo venne ingrandito più volte con l’apertura di nuove sale, fino a raggiungere la conformazione attuale nel 1962; dal 2000 è destinato unicamente alla scultura marmorea, mentre in futuro gli oggetti della vita quotidiana troveranno la loro collocazione nel Nuovo Antiquarium. Attualmente le sale visitabili sono nove; rimangono chiuse al pubblico per ragioni conservative le sale I-II (storia degli scavi) e la sala XII (pitture).
Oltrepassato l’atrio, ingentilito sul lato destro dalla statua di Apollo (inv. 3) proveniente dalla Domus del Protiro, si entra nelle sale III e IV, dedicate alla religione dell’antica Ostia; di particolare interesse il grande Gruppo scultoreo di Mitra Tauroctono (inv. 149), rinvenuto nel Mitreo sotto alle Terme del Mitra nel novembre del 1938 e risalente al 140-145 d.C. Nella sala si trova anche il Dodekatheon, un piccolo altare circolare con la raffigurazione dei 12 dei dell’Olimpo, tra i quali spicca a rilievo Zeus/Giove in trono.
Statua di Cartilio Poplicola dal Tempio di Ercole, sala VIII del Museo Ostiense (inv. 121). Nella sala V sono custoditi originali greci e copie di epoca romana ispirati ai capolavori d’età classica: tra questi spicca per eleganza il rilievo con storie di Atena ed Efesto (inv. 148 e 18853), un raffinato fregio del III secolo d.C. che doveva decorare la facciata di un tempio, forse dedicato a Vulcano.
La sala VI è dominata dalla scultura in marmo di una figura femminile armata e alata, interpretata come Minerva o come Vittoria (inv. 1185), grandiosa raffigurazione che un tempo decorava la Porta Romana di Ostia.
Nella sala VII sono conservate opere che un tempo arredavano le abitazioni più sontuose della città. Tra queste spicca la statua di Perseo con la testa di Medusa (inv. 99), opera di età flavio-adrianea, dunque databile tra la fine del I secolo e la prima metà del II secolo d.C., probabilmente derivata da modelli pittorici.
Ritratto funerario di Giulia Procula, dalla Necropoli di Porto all’Isola Sacra, sala VIII del Museo Ostiense (inv. 61)La grande sala VIII è dedicata alla memoria dell’archeologo Guido Calza, direttore degli scavi dal 1924 al 1946 e principale ideatore dell’attuale Museo Ostiense. Qui sono esposte le opere di carattere più marcatamente pubblico come la statua dell’imperatore Traiano (inv. 23), raffigurato in alta uniforme da comandante in capo dell’esercito, la statua di Cartilio Poplicola (inv. 121), grande benefattore della colonia ostiense, e la statua funeraria di Giulia Procula (inv. 61), proveniente dalla necropoli di Porto e raffigurata come la dea della salute Igea.
La sala IX è dedicata alla scultura funeraria, in particolare agli splendidi sarcofagi provenienti dalle necropoli di Ostia. Tra le opere scultoree del II-III secolo d.C. emerge per importanza il sarcofago con scene dell’Iliade (inv. 43504), proveniente dalla necropoli di Pianabella, posta a sud della città antica.
Nella sala X sono conservate opere del periodo medio e tardo imperiale, tra le quali si impone all’attenzione la monumentale statua di Iside Pharia in marmo bigio, con il serpente Agathodaimon (inv. 18141), proveniente dall’Iseo Portuense.
Infine nella sala XI, destinata alle mostre temporanee, ha trovato posto il sontuoso sarcofago delle Muse (inv. 59954 e 59955), recente acquisizione del Museo a seguito di un sequestro della Guardia di Finanza.